30-06-2022
REPERTI SULL′ANTICA DIRETTRICE IONICA
I tesori nascosti di Ciminata, racconto di Martino A. Rizzo
La statale 106 non è nata ieri e nemmeno laltro ieri. Nella notte dei tempi era incardinata nellantico sistema delle comunicazioni terrestri e precisamente nella via jonica, che da Taranto conduceva a Reggio, forse la più antica strada della Calabria in quanto garantiva il collegamento tra le colonie greche della costa. Il suo tracciato grosso modo seguiva lattuale direttrice della SS 106 jonica e della strada ferrata. Nella Tabula Peutingeriana, che è la copia del XII-XIII secolo di unantica carta romana che mostra le vie stradali dellImpero romano una specie di Google Maps dellepoca , la direttrice ionica è compresa tra le stationes di Thuriis e Petelia (Strongoli). E nellItinerarium Antonini, che è un registro delle stazioni e delle distanze tra le località poste sulle diverse strade dellImpero romano, con lindicazione dei percorsi per recarsi da un insediamento romano allaltro, sono ricordate le tappe intermedie di Roscianum e Paternum, identificate rispettivamente con i siti di Ciminata a Rossano e Santa Maria a Cariati. Pertanto Ciminata, nella strategia viaria dellantichità, assumeva una certa importanza. Lì si trovava lo statio ad Roscianum, un luogo di sosta con posto di guardia che si estendeva per ben otto ettari e di cui cè traccia a partire dal I secolo d.C. al VI sec. d.C. Il sito, riportato dalle fonti itinerarie, era prossimo allantica strada jonica e consentiva così di immettere facilmente sul mercato i prodotti del posto. A Ciminata sono stati anche ritrovati i resti di una villa romana costruita nei pressi di una precedente fattoria italica. Il ripostiglio monetale dellantica residenza nascondeva un tesoretto con 96 monete dargento di epoca repubblicana tenute dentro una idria, un ampio recipiente che anticamente veniva usato per la conservazione dellacqua o per raccogliere i voti nelle assemblee o anche come urna cineraria. Ma a Ciminata cerano i soldi e il recipiente era conservato in un ripostiglio della villa destinato a contenere le cose di valore. Certamente la villa apparteneva a gente che aveva disponibilità economica. Oltre i soldi cerano tanti recipienti di terra cotta compreso un dolio, un grande contenitore appunto di terracotta, che è stato recuperato integro, capace di contenere 1.170 litri di vino, come indicato sul bordo dalla scritta Q.XLIV.S. Insomma se la passavano bene. Anche i mosaici sui pavimenti ne sono unulteriore dimostrazione. La villa aveva un cortile centrale su piano inclinato sul quale si affacciavano quattro vani attrezzati per attività produttive in quanto due vani erano dedicati alla spremitura, cera un torchio e due tinozze collegate a un torcularium, un impianto per la pigiatura delluva. A Ciminata cera anche una necropoli della fine del VI secolo a.C. dove è stata trovata una tomba a tumulo della prima metà del V sec. a.C. Insomma, quando si transita per la vecchia provinciale che dalla Stazione di Rossano porta a Corigliano Centro Storico bisogna essere consapevoli che si costeggia la storia, storia millenaria per la quale non saranno mai molte le parole che verranno utilizzate per scacciarla dalloblio e farla conoscere.